TERAMO – Sequestrate oltre 10mila mascherine importate dalla Cina ma senza il marchio di conformità CE. Controlli della Guardia di Finanza sui Dpi in vendita nel Teramano nel primo giorno con obbligo d’indossarle, anche all’aperto, che vige in Abruzzo. Nonostante per contrastare il contagio del Covid 19 siano più o meno efficaci tutti i tipi di mascherine, anche quelle artigianali, in vendita possono essere immessi infatti solo dispositivi di protezione certificati.
La Guardia di Finanza di Teramo dall’attività di controllo del territorio ha pizzicato due società che hanno messo in vendita complessivamente 10.423 mascherine chirurgiche senza le necessarie autorizzazioni e certificazioni.
MOSCIANO. A Mosciano Sant’Angelo, i finanzieri della Compagnia di Giulianova hanno controllato una società sequestrando la quasi totalità delle mascherine chirurgiche sprovviste di marcatura CE e di attestato di conformità, prive della documentazione che certificasse il prodotto quale dispositivo medico e senza aver formalmente interessato l’Istituto Superiore della Sanità.
Dalla comparazione dei documenti fiscali di acquisto e vendita con le giacenze di magazzino, è stata constatata la cessione di ulteriori 710 mascherine (modelli KN95 e FFP2) senza la certificazione rilasciata dall’Inail.
All’amministratore unico della società è stata contestata la sanzione amministrativa per non aver provveduto agli adempimenti di sicurezza e l’adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale.
ATRI. Ad Atri, invece, i militari della Tenenza di Roseto degli Abruzzi hanno sequestrato delle mascherine chirurgiche messe in vendita singolarmente in un negozio, in violazione delle regole stabilite dal Commissario dell’emergenza Arcuri. Il trasgressore è stato segnalato alla magistratura.